Un edificio che si riqualifica e si amplia, nuove attività da sviluppare, una strategia pianificata da tempo che presto troverà la sua realizzazione. Il futuro della Latteria Sociale Valtellina è dietro l’angolo e si intravede a Trivate, nel comune di Delebio, dove ai locali di stagionatura ospitati nella struttura esistente si affiancheranno nuove aree per la lavorazione e la porzionatura dei formaggi, ovvero il taglio e il confezionamento, che troveranno posto in un edificio adiacente. Nuovi segmenti di mercato, sin qui inesplorati, per incontrare il favore dei consumatori diversificando le strategie e lanciando nuovi prodotti. Il progetto, al quale si sta lavorando da tempo, sia per le opere di costruzione che per la ricerca, troverà la sua realizzazione entro pochi mesi.
La novità green della Latteria Sociale Valtellina
«A Trivate - spiega il direttore Marco Deghi -, sta sorgendo un centro che ci consentirà di qualificare ulteriormente la nostra attività e che ci aprirà le porte di nuovi mercati. Da tempo stiamo definendo una strategia per allargare anche all’estero la distribuzione dei nostri prodotti ma per farlo abbiamo la necessità di presentarci con l’offerta più adeguata. È indubbio che il porzionato, ovvero il formaggio già tagliato e confezionato, meglio si presti a una distribuzione su più vasta scala, senza contare la preferenza che i consumatori accordano a questi prodotti che rispondono alle esigenze di praticità e di comodità».
Per la cooperativa del settore lattiero-caseario leader in provincia di Sondrio, con i suoi 30 milioni di fatturato, gli oltre cento dipendenti e le 110 aziende agricole conferenti, si tratta di nuovi e importanti investimenti per la ristrutturazione e l’ampliamento del fabbricato di Trivate, a circa un chilometro dal caseificio di Delebio, sulla statale 38, realizzato nel 2004. Nella struttura già esistente si sta procedendo ad adeguamenti degli spazi, con la realizzazione di un nuovo ambiente di stagionatura, appositamente studiato per il Bitto Dop.
L'ampliamento della struttura di Trivate
L’ampliamento dell’edificio prevede la costruzione di una nuova struttura per l’attività di confezionamento, preparazione e spedizione dei prodotti con celle frigorifere e vani a temperatura controllata adibiti alle nuove attività. I due complessi saranno collegati da un corridoio. Un sistema di recupero del calore della nuova centrale frigorifera e l’impianto fotovoltaico garantiscono un risparmio economico e una riduzione delle emissioni in atmosfera. Sono previsti il recupero dell’acqua piovana raccolta sulle superfici dei tetti dei due edifici, da riutilizzare nelle operazioni di lavaggio delle superfici interne e nei piazzali esterni, e del calore prodotto dalle celle frigorifere, che consentirà di riscaldare l’acqua per usi sanitari. Nel rispetto del contesto agricolo saranno pavimentate le sole aree destinate ai percorsi interni e al parcheggio degli automezzi, mentre la restante superficie manterrà la destinazione a verde con la piantumazione di betulle e aceri. Il nuovo edificio presenta una continuità architettonica rispetto all’esistente: il tetto a capanna ricorda le baite montagne e l’utilizzo di materiali tipici, primo fra tutti il legno, consente l’inserimento armonico nel contesto ambientale.
«Nella realizzazione di questo progetto, al quale stanno lavorando aziende e professionisti locali - sottolinea il direttore Deghi -, abbiamo prestato particolare attenzione da un lato al risparmio energetico e alla riduzione delle emissioni inquinanti, dall’altro alla mitigazione ambientale. Complessivamente arriveremo a circa 3800 metri quadrati di superficie, ma la struttura ha un impatto limitato e ben si integra con il paesaggio montano circostante e l’area verde di fondovalle».
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